COLA PROCACCI

Tra le varie fonti a disposizione riguardanti la vita di Cola Procacci citiamo qui quelle dello studioso Raul Paciaroni, che ne ha compilato la voce nel “Dizionario biografico degli italiani”, dell’abate Giuseppe Colucci che ne parla nelle “Antichità picene” e dello stesso Cola che ci ha lasciato una cronaca del suo tempo.

Cola nasce alla fine del ‘300 da una famiglia notabile di San Severino forse imparentata con gli Smeducci, signori della città. L’idea che ci possiamo fare dalle testimonianze rimaste  è di un uomo con grandi capacità diplomatiche, riesce infatti ad avere e mantenere incarichi durante i continui cambi di gestione del potere avvenuti in quel periodo storico nelle Marche, dove si sono affrontati Francesco Sforza, i Papi Martino V ed Eugenio IV, i Malatesta ed altre figure di rilievo dell’epoca.  A testimoniare tutto questo ci rimangono lettere come quella dove Alessandro Sforza, inviato Cola  con un incarico presso la città di Fabriano, nella lettera di accompagno scrive “In tucto li darite fede como a la nostra propria persona” o come quelle di Onofrio Smeducci, vescovo di Melfi che scrive per conto di Eugenio IV.

Nella seconda metà degli anni ’40 del XV° secolo riduce notevolmente la sua attività politica, anche perché afflitto da problemi di salute alla gamba sinistra. Problemi che saranno risolti dopo un mese e mezzo di tribolazioni per la grazia della BB. Vergine, alla quale portò come voto una gamba di cera e lasciò il bastone con il quale si era recato a renderle visita.

La data della sua morte è da individuare nel 1474, anno in cui si interrompe la cronaca che aveva iniziato a scrivere nel 1415.